EDIZIONE 2016

Con il patrocinio della Diocesi di Ugento ‑ Santa Maria di Leuca e dei Comuni del Capo di Leuca, con il sostegno dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Turismo della CEI, del GAL Capo di Leuca e della Coldiretti di Lecce, l’evento ha ottenuto il sostegno dell’Università Cattolica – Alta Scuola per l’Ambiente, ed è stata selezionata come buona prassi per l’attuazione dell’enciclica “Laudato si” per la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia.

L’evento ha richiamato nel Capo di Leuca oltre un centinaio di giovani europei e dei Paesi del Mediterraneo (Italia, Francia, Germania, Israele, Libano, Russia, Tunisia, Turchia, Siria, Spagna, Algeria, Grecia, Albania, Egitto, Inghilterra, Marocco) per redigere la prima edizione della “Carta di Leuca“, manifesto dei giovani per la Pace nel Mediterraneo.

Nella notte tra il 13 e il 14 agosto, si è svolto la consueta marcia “Verso un’Alba di Pace”, con migliaia di persone che – partendo dalla tomba di Don Tonino Bello ad Alessano – hanno raggiunto la Basilica Santuario di Leuca.

 

TESTO DELLA CARTADILEUCA.0:

“Mediterraneo, un mare di ponti”

Noi, giovani  provenienti dai Paesi dell’Europa e del Mediterraneo,
raccolti in questi giorni nella terra di Puglia, dopo aver intensamente parlato e insieme camminato nella notte verso una nuova alba di pace, chiediamo a chi governa le sorti dei nostri popoli, che faccia ogni sforzo possibile perché il Mediterraneo non sia più un mare di morte per i tanti rifugiati che cercano di navigarlo alla ricerca di un futuro per la loro vita, ma torni ad essere un mare di pace e di unità tra i popoli, attraversato da ponti di solidarietà e di collaborazione, un mare – per vocazione geografica e per tradizione culturale – ravvivato dalle onde dell’incontro e non minacciato dalle tempeste del conflitto.

Dichiariamo la nostra volontà a contribuire per custodire, ricostruire e collegare ponti che colleghino i Paesi del Mediterraneo in una grande Arca di Pace, tenda dei figli di un’unica umanità, discendenza della stessa famiglia di Abramo.

 

I PONTI DA CUSTODIRE

Chiediamo che siano difesi e tramandati alle nuove generazioni i tradizionali ponti culturali, fatti di accoglienza allo straniero, di coesistenza pacifica, di unità nella diversità! Abbiamo in comune la cultura mediterranea, nella quale la sapienza ha sempre abbracciato l’esperienza, gli ideali si sono sempre misurati con il rispetto reciproco e il progresso è sempre stato frutto della terra, custodita con laboriosità e fedeltà.

Chiediamo che siano custoditi i ponti per il libero migrare dei popoli! Siamo tutti figli di viandanze, in cui la terra è un bene comune da condividere, il diritto alla dignità e alla pace un bene da salvaguardare per tutti, il diritto al lavoro un bene senza differenze né confini di sorta, la possibilità di sognare un bene da garantire a ciascuno e da realizzare insieme, perché nessuno sia più straniero ma sia riconosciuto come fratello.

 

I PONTI DA RICOSTRUIRE

Vogliamo che siano abbattuti i ponti della paura e costruiti i ponti della fraternità con l’altro! Chiediamo – e ci impegniamo per primi a collaborare – che si realizzino politiche di integrazione, nella logica della convivialità della differenza, perché – navigando per secoli nel Mediterraneo – i nostri padri ci hanno mostrato l’arricchente possibilità di scambiare il proprium per fare esperienza del nostrum: tutti più arricchiti dalla condivisione di ciò che rende unico ciascun popolo e ciascuna persona.

Chiediamo che siano colmati i fossati della globalizzazione dell’indifferenza e costruiti i ponti della solidarietà globalizzata! Vogliamo – e ci impegniamo a comunicarlo e a diffonderlo per primi – che la solidarietà diventi un valore universalmente riconosciuto e garantito, tra le persone e tra le nazioni. Lanciamo da qui un appello alle nazioni perché collaborino nel progetto di strategie di valorizzazione delle ricchezze materiali e spirituali, nella logica della solidarietà, in cui chi è più ricco senta la responsabilità di sostenere concretamente chi è più povero.

 

I PONTI DA COLLEGARE

Auspichiamo che si gettino ponti concreti tra le politiche nazionali per attuare in modo un mediterraneo di pace! Chiediamo con forza che si metta fine alla commercializzazione delle armi e si attuino iniziative di micro-credito e di scambio imprenditoriale per giovani che voglio costruirsi un futuro nel loro paese senza essere costretti a emigrare.

Auspichiamo che si incrementino iniziative come i recenti corridoi umanitari per i rifugiati per rompere i legami con ogni tipo di criminalità che fa della migrazione un vergognoso guadagno.

Sogniamo che tutti sentano l’urgenza di diventare ponti viventi di pace, scegliendo di esserne costruttori nella vita di ogni giorno, seguendo l’esempio di don Tonino Bello, profeta e testimone di pace.

 

De Finibus,Terrae, XIV august MMXVI

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