“Carta di Leuca” si cimenta a sviluppare quelle che sono le sue prerogative partendo da un’immagine molto significativa: l’Agorà. La piazza è, infatti, il luogo dell’incontro, della conoscenza, della parola, dell’ascolto, della scoperta dell’altro, è il luogo in cui poter fare esercizio di silenzio, di rispetto, di accoglienza, di scoperta e di dialogo. A partire da questa ricchezza di significati si vuole costruire un percorso, per i giovani partecipanti, in cui far leggere la loro vita, il territorio e il mondo intero come una grande piazza che deve trasformarsi da luogo di passaggio a luogo di incontro. Luogo in cui fermarsi, conoscersi, imparare a dire se stessi con parole di verità, ascoltare, scoprire la ricchezza che ci abita e che abita l’altro, condividere la vita per costruire qualcosa di grande e di bello per l’umanità.
TESTO CARTA 2019
Mediterraneo, Agorà dei popoli.
1. Noi giovani di Carta di Leuca ci accorgiamo di vivere in un clima culturale che sta cambiando. Il nostro è un tempo caratterizzato da uno stile di indifferenza e superficialità. I mass media contribuiscono ad alimentare pregiudizi e stereotipi che creano muri, allontanano le persone e suscitano diffidenze. Anche il dibattito politico sembra cedere, talvolta, al fascino dei “luoghi comuni” piuttosto che provvedere alla ricerca reale del Bene comune.
2. Noi, invece, crediamo nell’efficacia del dialogo e nella forza dei valori universali capaci di vincere ogni giudizio, di creare intimità e relazioni, di sanare fratture e divisioni.
3. Desideriamo parole che favoriscano spazi di dialogo e difendano la dignità di ogni persona. Vogliamo ridare alla parola il suo giusto peso: al posto di parole che seminano paura e odio scegliamo parole di umanità che riaccendono in ogni uomo il senso di ottimismo e di futuro.
4. Riconosciamo l’ascolto come fondamento del dialogo. Sentirsi ascoltati è un bisogno primario di ogni persona, un modo per sperimentare la gioia di esistere. Vogliamo crescere nella capacità di dedicare attenzione a quei desideri e a quei bisogni che abitano dentro di noi. Ma non possiamo restare sordi neanche davanti a quel grido di tanti fratelli che ancora si vedono negati i diritti fondamentali come l’istruzione, un lavoro dignitoso e cure mediche di base.
5. Proponiamo la condivisione come stile di vita. Attraverso la fatica del cammino mattutino, la riflessione nelle tende della convivialità, l’accoglienza nelle famiglie e l’espressione dei nostri talenti abbiamo sperimentato la vita nella sua semplicità e nella sua bellezza. Con la nostra testimonianza vogliamo gridare in tutte le piazze che la diversità dell’altro è la nostra ricchezza.
6. Quanto scritto in questa Carta noi lo condividiamo e, sottoscrivendola, ci impegniamo perché questi propositi diventino realtà.
De Finibus Terrae, XIV august MMXIX